ADDAVENI' LA TACCE

Egregio Professor Prodi,
rispondo al Suo articolo del 9 aprile 2013, pubblicato su “Il Sole 24 Ore” in cui Lei afferma che l’applicazione dei principi della compianta Signora Thatcher avrebbe provocato la grave crisi che conosciamo e viviamo e accresciuto le differenze fra ricchi e poveri.
Può anche essere -ma è tutto da dimostrare- che la deregolamentazione, di cui la Signora è stata paladina, abbia provocato la crisi attuale (anche se Lei forse dimentica che la sua nascita è dovuta all’azione interventista delle agenzie USA governative che hanno drogato il mercato immobiliare). Può anche essere -ma è tutto da dimostrare- che le idee della Signora abbiano aumentato le differenze fra ricchi e poveri. Ma quand’anche ciò fosse vero, la società disegnata dalla Signora risulterebbe enormemente migliore rispetto a quella che le idee da Lei professate ci hanno regalato.
Gli è che la grave crisi nata in America, mentre negli USA pare sia in fase di superamento, perdura pervicacemente da noi grazie, in primo luogo, alla scelta di dotare di una moneta unica economie diverse e questa non è colpa addebitabile alla Signora, seguace di Milton Friedman, che sbeffeggiò a suo tempo la decisione di far nascere l’Euro. Ma soprattutto, non si riesce a farla schiodare a cagione dell’enormità del nostro debito pubblico, provocato da una banda di papponi che hanno per decenni magnato e stramagnato alla greppia dello stato e contro i quali Lei, Professore, nulla ha mai fatto, nonostante ne avesse la possibilità, mentre mi risulta che la Signora molto abbia contribuito alla eliminazione dei papponi che vivacchiavano a spese del popolo di Sua Maestà Britannnica. E ritengo che contro i papponi di casa nostra avrebbe usato metodi ancora più drastici, considerato che il popolo delle autoblu e delle province meriterebbe l’impalamento lungo la via Appia (senza ingrassaggio del palo nei casi più gravi).
Ma, soprattutto, la crisi nata negli USA è una crisi di crescita e per questo breve e violenta e prodromica ad una brillante ripresa della crescita, mentre uomini come Lei hanno regalato all’Europa e, in particolare, all’Italia una ultradecennale e lenta agonia, fatta di calo della produttività e della voglia di lavorare e -cosa ancora peggiore- di quella di procreare: una sorta di cupio dissolvi ammantato da quella douceur de vivre che è tipica dei periodi di decadenza.
Ma vengo alla parte che mi preme di più, anche a cagione dell’essere io nato da una famiglia di modeste condizioni sociali. Quel che più mi indigna è l’attribuzione alla Signora di avere bloccato l’osmosi sociale e il passaggio da una classe ad un’altra. Il sistema della Signora, invece, è proprio quello che meglio consente ad un giovane povero, ma volenteroso, di farsi strada nella vita, magari con metodi che a Lei sembreranno feroci. Sono, invece, proprio le società basate sulla “uguaglianza” ad impedire che il figlio dell’operaio migliori la propria posizione sociale, come dimostra proprio l’Italia e anche la mia modestissima esperienza personale, avendo io visto traversarmi la strada ragazzotti di buona famiglia assurti a posti di comando in virtù dei propri natali e ragazzette di buona famiglia -e forse Lei ne  ricorderà qualcuna- assurte a posti di comando in virtù dei propri natali e dell’essersi prese amorevolmente cura delle protuberanze inguinali dei ragazzotti di cui sopra.
Zuccherosamente Suo
Tenerone Dolcissimo

Nessun commento:

Posta un commento